Quando la ricerca interiore, il senso del mistero incontra la passione per il camminare nasce il pellegrinaggio. Vecchio come l’uomo, giovane come ogni nuova forma di incontro, di relazione, leggero come qualcosa che ti porta lontano, prezioso come l’amico al quale confidare e affidare gioie, pene, preoccupazioni, impegni. Il pellegrinaggio sa risvegliare l’intimità più vera di ciascuna persona, complice la natura, la fede, la realtà lenta nella quale pian piano ci si immerge. E l’obiettivo è l’incontro, la generazione di una relazione più intensa e intima sia con Maria, con un santo, con Gesù.
Da Cattolica partono numerosi cammini verso piccoli e grandi santuari, verso mete invisibili a chi guarda con gli occhi veloci e fugaci, ma capaci di rigenerare vita e passione…
Un passo dopo l’altro da Cattolica verso Saludecio per incontrare Santo Amato, uno dei più famosi pellegrini di Compostela;
Puoi metterti in cammino per desiderio perché qualcosa ti brucia dentro e hai bisogno di andare da qualche parte, di sostare e parlare con qualcuno, di ritornare a vivere esperienze della tua infanzia. Puoi metterti in cammino perché ti senti appesantito, le tue paure e le tue preoccupazioni hanno bisogno di essere deposte.
Puoi metterti in cammino, animato dalla fiducia nel divino, da un senso di fratellanza e comunione con qualche santo, con Maria, con Gesù.
Puoi metterti in cammino per pregare o semplicemente osservare i tuoi passi procedere lentamente, inoltrarsi nella natura più genuina.
Camminare, voce del verbo “non fermarsi”.
La vita di ogni donna e di ogni uomo è un viaggio interiore di fede e di amore per incontrare Dio che abita in lui e scorgere il volto del fratello da amare.
SANTO AMATO DI SALUDECIO (1226-1292 c.a)
A pochi kilometri da Cattolica è nato uno dei santi più appassionati di pellegrinaggio: Santo Amato di Saludecio è stato definito il pellegrino delle stelle.
Il laico francescano che, in pieno secolo 1200 ha percorso per ben 5 volte l’intero Cammino verso Santiago di Compostela, partendo proprio da Saludecio.
Amato nasce nel Castello di Saludecio, sulle colline di Romagna, nello stesso anno, in cui ad Assisi muore San Francesco (1226). Accoglie pienamente la sua eredità, divenendo terziario francescano e conducendo una vita povera e umile, totalmente dedito ai bisognosi e alla preghiera. La sua è una famiglia benestante, che gode degli agi riservati a quel tempo a chi aveva proprietà.
Rimasto orfano di entrambi i genitori quando è ancora adolescente e sua sorella Chiara ancora una bimba, sono accolti in casa dal fratello maggiore Geronimo, che sposato con Lansberga, donna facoltosa, vuole proporre anche ad Amato un matrimonio di convenienza con la sorella per ampliare il già elevato patrimonio. Ma Amato non è interessato né ai soldi né al matrimonio. Intravede la via dell’amore a tutti, soprattutto ai poveri e bisognosi. Vende tutti i suoi averi, e con Chiara vanno ad abitare nella casa paterna, a Monte Orciari. Lì, conduce una vita di preghiera e di lavoro umile nei campi, fino a maturare l’idea di trasformare la propria casa in un luogo di accoglienza dove i bisognosi e i pellegrini possono essere curati e accolti (“Hospitale”). Alle loro necessità provvede lui stesso con il proprio lavoro. Nell’anno di immobilità del maggese, si reca pellegrino a Santiago, per portare sulla tomba del Santo la sua preghiera e quella di tanti bisognosi.
Si raccontano molti fatti miracolosi avvenuti attorno alla sua figura.
La sua memoria ha lasciato una ricca tradizione orale, ancora molto viva a Saludecio. Del resto di lui non conserviamo alcuno scritto ad eccezione del testamento. Amato è l’uomo dei fatti, della solidarietà, del cammino.
Predilege il ritirarsi in luoghi solitari, dove sostare in preghiera. Lungo il Cammino verso Santiago, vive di elemosina, venerando i santi e i martiri lungo la strada.
E’ nota la sua ardente fede e il suo amore a Cristo, per il qual, come aveva già fatto san Francesco d’Assisi, lascia la vita agiata e vive di lavoro umile.